L’epitrocleite, anche detta gomito del golfista, è uno stato infiammatorio che colpisce i tendini dei muscoli posti sulla porzione anteriore dell’avambraccio, nella parte interna del gomito. È soprannominata gomito del golfista perché è comune che, in sport come il golf, si vadano a ripetere dei movimenti che vanno a creare un sovraccarico proprio sui tendini anteriori e mediali dell’avambraccio. Molto simile all’epitrocleite, è l’epicondilite, detta invece gomito del tennista. In questo caso, però, i muscoli coinvolti sono quelli della porzione esterna dell’avambraccio che, infatti, sono eccessivamente stimolati in sport come il tennis, soprattutto se senza un’adeguata preparazione.
Il gomito è un’articolazione intermedia del nostro braccio che coinvolge:
Attraverso numerosi legamenti, permette i movimenti singoli e combinati di:
L’epitrocleite prende il nome dalla zona interessata dal dolore e dall’infiammazione situata sulla superficie omerale, ovvero l’epitroclea. Analogamente, nell’epicondilite, la zona interessata è l’epicondilo. Entrambi sono porzioni di omero leggermente sporgenti, su cui trovano inserzione numerosi muscoli dell’avambraccio che possono andare in sofferenza e, di conseguenza, arrecare dolore a una di queste due zone.
Generalmente alla base dell’epitrocleite troviamo uno stato infiammatorio. La causa dell’infiammazione sta nello stress eccessivo arrecato ai tendini dei muscoli che vanno a inserirsi direttamente sull’epitroclea. È, quindi, una condizione che si genera a causa di un sovraccarico funzionale, spesso causato da movimenti ripetuti nel tempo, effettuati durante l’attività lavorativa o sportiva. I muscoli che tendono a infiammarsi sono quelli che svolgono movimenti singoli o combinati di:
Nell’epitrocleite i tendini, che solitamente presentano uno stato infiammatorio, sono quelli situati nella porzione anteriore e interna dell’avambraccio. Essi sono:
Ne deriva che, lavori manuali o sport che prevedono la ripetizione di uno o più di questi movimenti, possono andare a causare un’eccessiva sollecitazione di questi tendini.
I sintomi più frequentemente associati all’epitrocleite sono:
Il dolore dato dall’epitrocleite deriva dal cosiddetto “overuse”, ovvero un utilizzo eccessivo dell’articolazione. Di conseguenza, si ha un peggioramento della sintomatologia al ripetersi del movimento che ha portato al sovraccarico. Se l’infiammazione è in uno stato avanzato, i sintomi possono essere presenti anche a riposo, soprattutto la sera e la mattina.
Nel caso in cui i sintomi perdurino per più giorni senza migliorare, è consigliabile rivolgersi a un medico che attraverso un’anamnesi e un esame obiettivo potrà indirizzare al meglio il paziente verso il percorso da seguire, allo scopo di evitare una cronicizzazione.
Solitamente gli esami di imaging più adatti all’indagine diagnostica dell’epitrocleite sono:
Attraverso l’ecografia e la risonanza sarà possibile indagare sulla componente dei tessuti molli, legamentosa, tendinea e muscolare. La radiografia, invece, viene prescritta solitamente per escludere la presenza di fratture a carico delle ossa presenti nell’articolazione del gomito.
In presenza di dolore acuto e intenso, che non accenna a migliorare, la prima cosa da fare è sicuramente mettere l’articolazione a riposo e sospendere l’attività sportiva. Continuando a effettuare il movimento causativo dell’infiammazione, infatti, non si fa altro che peggiorare la situazione. In alcuni casi, è consigliato indossare un tutore, che però andrà tolto non appena i sintomi inizieranno a diminuire. È possibile che il medico, almeno per i primi tempi, prescriva dei farmaci antinfiammatori che potranno aiutare a tenere sotto controllo la sintomatologia. È necessario, però, intraprendere un percorso di fisioterapia mirato al ripristino della completa funzionalità del gomito.
Inizialmente, la fisioterapia incentrata sul miglioramento dello stato infiammatorio attraverso l’utilizzo di terapie strumentali come:
In seguito, ci si concentrerà sul ripristino della funzionalità del gomito attraverso:
Come abbiamo detto, è fondamentale inserire nel piano di trattamento esercizi mirati a recuperare la completa mobilità del gomito in assenza di dolore e fastidi, andando a riabituare l’articolazione allo sforzo in maniera corretta. Si eseguiranno esercizi di:
Per effettuarli, molto spesso vengono utilizzati attrezzi come:
Nella maggior parte dei casi, il problema viene risolto in seguito a un buon programma di fisioterapia e sarà possibile riprendere tutte le normali attività, anche quelle sportive, in un tempo relativamente breve. A volte, però, in situazioni particolarmente gravi, il disagio può prolungarsi per molti mesi ed è lì che si decide di agire a livello chirurgico, andando a rimuovere direttamente il tessuto degenerato. È chiaro che in seguito ad un intervento, sarà comunque necessario effettuare un percorso di fisioterapia post-operatorio per recuperare tutte le funzionalità del gomito e dell’avambraccio e ripristinare l’attività della muscolatura.
La cosa da fare più importante, in seguito al miglioramento della sintomatologia ,è sicuramente quella di attuare delle strategie e delle accortezze per non cadere nelle recidive, come:
Inoltre, nel caso in cui si voglia riprendere un’attività sportiva che porti un’elevata sollecitazione dell’avambraccio (tennis, golf, sollevamento pesi) è sempre consigliato farsi seguire contestualmente da un trainer professionista che potrà reindirizzare al meglio il paziente nella corretta gestualità sportiva, minimizzando ulteriormente i rischi di un’eventuale recidiva.
Testo di Alessandra Burelli/vc_column_text]
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